miércoles, 26 de noviembre de 2008

EXPOSICION DE FOTOS AmA* SATISFETISH



















He salido de mi cotidianidad

para sumergirme

en una realidad paralela....

El juego sexual

es un juego

que nos aleja del mundo exterior

Así creé mi alter-ego...

Juntas somos felices

Yo soy lo que siento

Ella es mi voluntad

Yo soy su amor

Ella mi diosa inalcanzable......

Las adoro a las dos

Cada una en su lugar y en su tiempo

Peligrosamente juntas

Ahora mismo

Hace un rato

Siempre.....



















Quería que fueran reales

mis sueños

mis fantasías

las que me seducían

las que más me inquietaban

Así pensé en salir

libremente de todo

y traje ese alter-ego afuera

en el lugar más salvaje y abierto...

la calle

Quería romper mis esquemas

los que nuestra cultura

nos imprime desde pequeños

romper con la educación

y con los códigos morales que tenía

grabados a fuego en mi cerebro.

Quería quitármelos de encima...


Por: Antonella Ius. Barcelona 2008

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El dia 5 de diciembre se celebra en Granada, en la sala La Telonera, el primero evento BDSM de Andalucìa.
Encotraras un espacio de juego donde poder experimentar y experimentarte.
Bienvenidas a tus inquietudes y a tus deseos.
Chic@s en una atmosfera de latigos, cuero y velas
podeis mirar las fotos AmA*SATISFETISH ademàs de video y performance de Basia
Os quieremos con y sin verguenzas!




lunes, 24 de noviembre de 2008

Pornoterrorista 20 novembre 2008

Las fotos documentan la performance de Diana J. Torres y la posibilidad que una idea se vuelva realidad por medio de la acción, sin la cual se quedaría inacabada.
La radicalidad de su terrorismo reside en el desvelar nuevos limites del contemporaneo y en el abrir puertas a nuevas inquietudes de las cuales ya os contaremos....

Le foto documentano la performance di Diana J. Torres e la possibilitá che un' idea diventi reale grazie all' azione, senza la quale rimarebbe incompiuta.
La radicalitá del suo terrorismo risiede nel svelare nuovi limiti della contemporaneitá e nell' aprire porte a nuove inquietudini delle quali vi racconteremo...






fotos de Mar Cejas Guerrero

miércoles, 19 de noviembre de 2008

PORNOTERRORISTA con VIDEOARMSIDEA Giovedì 20/11 · 23:00h Magatzems C/ Turia 53 Valencia - España


Diana J. T., Pornoterrorista. Artista performativa. Si definisce: “Ero una donna tranquilla e dolce, scrivevo solo astrazioni che poco o niente avevano a che fare con il mondo. Il sistema, come a tuttx, mi ha trasformata in un mostro.”
Iniziò a lavorare nel 2000 facendo cabaret-gore con "Shock Value" a Madrid e posteriormente recitando poesia in bar e pub di Barcellona. Collabora con PostOp (http://postporno.blogspot.com/) e nel 2006 inizia a realizzare letture di pornopoesia nelle quali include masturbazioni, penetrazioni, sangue e immagini estremamente violente. La sua ricerca pretende sbloccare i meccanismi sociali che impediscono di desiderare sessualmente l’aberrante, il deforme e il politicamente incorretto. Nell’ottobre del 2007 iniziò a scrivere un blog (www.pornoterrorismo.blogspot.com) che infine si trasformò in una pagina web (www.pornoterrorismo.com) a causa delle restrizioni sui contenuti. Le sue performance sono catartiche, ritmiche e la parola colpisce nel più profondo, come un fisting nella coscienza, e sí, definitivamente, “pone cachondx ”.

( tr. "Pone Cachondx": situazione in cui il corpo inizia a sentire un forte stato libidinoso, lussurioso e si espressa una forte eccitazione.)


per saperne di piú: arteleku

viernes, 7 de noviembre de 2008

il diritto di potere e il potere del diritto.




Sempre, mi son chiesta cosa si provi a vivere, in un dato paese, un momento di reale trasformazione.

Un cambiamento forte e radicale teso, nel caso di questa mia riflessione, al miglioramento.

Fantasticando, mi accorgo, che neanche nella mia immaginazione si pone il problema del lieto fine, intendo dire, non è mio interesse sapere se il mio sogno di cambiamento finisca per il meglio, mi basta sapere che lo sto imvaginando.

Non so realmente se interpretare questo (il non volere necessariamente un lietofine) come segno negativo, laddove potrebbe voler dire che ho smesso di pretendere il meglio, oppure come positivo, perché la forza della vita, che in fondo ognuna/o di noi ha dentro, pretende esclusivamente d’essere incanalata in un moto di continuo divenire, senza per forza interrogarsi, come se la vita seguisse la narrazione cinematografica, sul come andrà a finire?

Il 44esimo presidente degli USA è nero, colto e uomo (il sesso biologico, in ordine d’importanza, di certo non rappresenta il cambiamento).

Per un paese che non è il baluardo della libertà, della democrazia e del sogno americano alla portata di mano di tutti, ma che anzi ha fatto anche dell’american way of life un prodotto di consumo (anche d’esportazione, dagli anni ’20 tramite il cinema), lasciando credere agli americani (solo teoricamente) di non essere un patchwork d’individui (popolo estremamente eterogeneo) ma di essere tutti insieme gli Stati Uniti d’America … la vittoria di Barack Obama potrebbe essere l’esame pratico per questa terra.

Il mondo intero ha seguito l’ansia, l’attesa, la speranza … e poi i festeggiamenti di quella parte di quei comunque americani neri (e non) che aspettavano da tutta una vita il loro riscatto.

Io non so, davvero, a quali reali cambiamenti porterà la presidenza di Obama, e preferisco anche non fare previsioni perché sarebbero basate su pochi elementi e qualche sensazione.

È inedita per me la sensazione della possibilità.

Sto provando, in questi giorni, un’immensa invidia per tutti colori che dall’altra notte stanno sognando e sperando con/in un nuovo presidente.

Io non riesco nemmeno ad imvaginare cosa si possa provare nel guardare ad un’uomo politico come potenziale inespresso dei desideri di molti che con un voto li ripongono in una persona, e dunque come tale possibilità di cambiamento (nel bene come nel male).

Il punto è che non sto qui a chiedermelo, piuttosto, sono qui in preda a due fortissime sensazioni.

Invidia e rabbia.

Invidia, perché come si può imvaginare, oggi più che mai vorremmo sapere com’è vivere da americani in questo momento.

Rabbia, perché il mio paese non mi ha mai concesso il sogno.

Il sogno inteso come viaggio sulla strada di un cambiamento, non certo come garanzia di una vita nuova, nel segno del raggiungimento del nirvana quotidiano.

Vorrei, in altre parole, solo poter vivere non sapendo come andrà a finire una promessa bellissima di cambiamento!

È l’atmosfera di speranza collettiva che cerco da tutta una vita.

È l’idea concreta, e non visionaria, di cambiare il mondo.

È avere di nuovo un’idea, come progetto sul mondo, come disegno della mento, come attività del pensiero inscindibile dall’esistenza.

E invece no, non, qui in italia, è possibile avere un’idea senza subito essere condannati per mancanza di concretezza, perché sembra non si sia più in grado di pensare che l’idea possa essere il lavoro della ragione per realizzare un cambiamento.

E mentre dall’altra parte del mondo in molti, moltissimi, riprendono a credere nella possibilità, al grido di yes, we can! ..noi abbiamo augurato buon lavoro ad Obama , attraverso il presidente del consiglio berlusconi (a sole 24 ore dalla vittoria del senatore democratico, da mosca col suo amico putin!) le cui parole, in tono sarcastico, hanno già fatto il giro del mondo “ho detto al presidente (riferito a dmitrij medvedev) che Obama ha tutto per andare d’accordo lui. È giovane, bello e anche.. ABBRONZATO!”

http://it.youtube.com/watch?v=lkebeLps1bY

Chiaramente le accuse, peraltro motivatissime, di razzismo italiano da ogni parte del mondo, ci stanno piovendo addosso in un momento già buio di questa fase di totale recessione.

Al danno segue la beffa, la ministar della d-istruzione, signora gelmini ha dichiarato che per il suo decreto si è ispirata ad Obama!

Capisco che questo sia un paese senza memoria, ma non siamo ancora tutti rincoglioniti!

Obama parla molto chiaramente di scuola e università per tutti, senza distinzione di ceti, parla di esercito d’insegnanti (in italia si parla di esercito e basta!), aumento degli stipendi, potenziamento delle strutture ecc.

Parla di cultura e di ricerca come motore propulsore del paese, ancor più quando c’è bisogno di risalire dal buco nero della crisi.

La gelmini parla di tagli indiscriminati dei finanziamenti, privatizzazioni, licenziamenti e maestro unico!

(O lei non capisce l’inglese o io non capisco più niente)

In italia le proteste studentesche avanzano e crescono sempre più (domani a napoli verrà Sabina Guzzanti nella facoltà occupata L’Orientale per un dibattito con noi studenti) proprio come la “crisi”, spero tutto possa raggiungere dimensioni impreviste da divenire qualcosa fuori dal controllo di tutti (quelli che vorrebbero controllarci).

Per tutte/i quelle/i che ancora non hanno facoltà di scelta e per chi resta perché sente che la sua lotta è qui ed ora, io spero in una trasformazione volta alla rivoluzione.

Ci sono fasi di transizione, di trasformazione che valgono la pena d’essere vissute, quei nodi storici dai quali poi sono dipese molte delle conseguenze che chiamiamo tempo presente.

Per chi ha visto quel meraviglioso film goodbye lenin! c’è una scena che ricordo mi provocò le lacrime

nella quale i due attori, alex e lara, sono seduti sulle rovine di un palazzo di Berlino, nei mesi successivi alla caduta del muro..e con tutto ciò che, nel bene e nel male, questa comportò..

attraverso il film il regista rappresenta la sua esperienza e ciò che avrà provato in quegli anni, ed io invidiai profondamente per quel loro dire:

ci sentivamo il centro del mondo dove tutto era sul punto di accadere, e ci abbandonammo alla corrente … il futuro era lì, ai nostri piedi..incerto ma carico di promesse..”

voglio che ovunque, le persone che davvero resistono .. noi, malcapitati in italia .. quelli che aspettano da una vita e quelli che ci credono per tutta la vita.. possiamo un giorno, molto vicino, guardare al cielo e sentire il futuro carico di promesse ai nostri piedi..

sábado, 1 de noviembre de 2008

30 ottobre 2008

Ponte della Libertá, Venezia 30 ottobre 2008

Piazza Navona, Roma 29 ottobre 2008

Vivere in Italia, per chi abbia coscienza di cosa stia succedendo, è un affare difficile.
Qui viviamo in un Totalitarismo mascherato da Democrazia.
L’Italia sembra il luogo dove parole già svuotate come libertà, cultura, collettività muoiano definitivamente, schiacciate da un Potere totalmente separato dalla vita reale.
Sono anni che la gente scende in piazza per manifestare il suo dissenso di fronte a tutto ciò.
L’impossibilità di decidere per un cambiamento reale da parte del popolo e la lunga resistenza al Potere ha portato al limite delle forze e della sopportazione, con il risultato di mettere l’uno contro l’altro …“il più povero contro il più povero e così all’infinito”.
Vivendo a Venezia mi è difficile riuscire ad avere una visione obiettiva e reale di cosa stia succedendo nel Paese intero.
Prima di tutto per la totale mancanza d’informazione ufficiale attendibile tra le diverse città e in secondo luogo perché questo bagno di realtà quotidiana, in un simile contesto, annebbia il cervello e il cuore lasciandoti in preda a malumori e ansie e a tentativi di rasserenamento...
Tutti vociferano su cosa stia succedendo come se la situazione non appartenesse loro -la televisione di Berlusconi ci ha separato dalle nostre stesse vite (e non è un caso che Guy Dedord studiasse la situazione Italia)- senza la coscienza né l’urgenza di una ri-creazione del sociale.
Crescono e aumentano i gruppi giovanissimi di neo-fascisti.
Le “Ministro-valletta” spopolano e suscitano i migliori complimenti di imprenditori e imprenditrici.
La scuola va a farsi fottere …e il futuro con lei.

Que es el aislamiento en Italia?

Leyendo el artículo aparecido sobre el periódico español El Pais, del título:
Guerra educativa en Italia
me asombro de vez en cuando que todavía exista en esta Europa una prensa atendible o por lo menos mínimamente válida.

Quedo en cambio desorientada intentando imaginar la situación justo en este momento, en estos días y en estas horas a Nápoles...
y quedo igualmente desorientada imaginándome la diversidad con la qual la misma grave y crítica situación es advertida en cambio, moderadamente, a Venecia.
Estos aislamientos forzados o carácteres forzadamente opuestos, que mantienen las ciudades italianas entre ellas, hacen él que todo vueltas sobre él mismo...
y entonces sucede que a Nápoles los estudiantes son cargados o atropellado por los ciclomotores o directamente de la ciudadanía que no puede más ya de cada cosa
y no "entiende", porque es mantenida intencionalmente en la ignorancia por un Gobierno corrompido que un País unido e informado no sabría cómo administrarlo
mientras a Venecia los estudiantes no logran tampoco hasta gritar porque el control, la soledad, el capitalismo y el miedo le han sacado la voz, la fuerza, la potencia que tendrían en cambio estando junto...

además, la cosa más grave es que cadauna/o no se dará nunca cuenta de la otra/o porque intencionalmente son mantenida/o divididas/os y ignoran la existencia la una de las otras, todavía más que él un de los otros.